Italia a mano armata, film cult stasera in tv del 1976 con il commissario Betti

Italia a mano armata

Italia a mano armata è un film poliziesco italiano del 1976, diretto da Marino Girolami sotto lo pseudonimo di Franco Martinelli: trama e cast del film.

La pellicola, della durata di 100 minuti, è distribuita da FIDA e vede come protagonisti Aldo Barberito e Mirella D’Angelo. La trama ruota attorno al commissario Betti, interpretato da Maurizio Merli, che si trasferisce da Torino a Milano per indagare su una pericolosa banda criminale. In onda su Cine34 in prima serata alle 21:02. Consulta la guida tv della serata.

Il film chiude dignitosamente la saga, mantenendo gli elementi tipici del poliziottesco italiano, sebbene alcuni critici ritengano che il finale sia simile a quello di Roma violenta e che la trama appaia a tratti prevedibile. Tuttavia, il ritmo serrato e l’intrattenimento sono garantiti

Trama del cult

L’ultimo episodio della trilogia del commissario Betti, iniziata con Roma violenta e Napoli violenta, è diretto da Marino Girolami sotto pseudonimo. Il film si concentra principalmente sull’azione, sfruttando efficacemente le ambientazioni di Torino, Milano e Genova. Presenta la durezza tipica del genere, come nel caso del rapimento dei bambini all’inizio, ed è accompagnato da una colonna sonora di qualità composta da Franco Micalizzi.

Il film prende il via con un audace sequestro: una banda di delinquenti rapisce un pulmino scolastico con a bordo sei bambini. La polizia, guidata da Betti, inizia subito le ricerche, ma i criminali sembrano sempre in vantaggio. Tuttavia, uno degli autori del crimine, Salvatore Mancuso, interpretato da Raymond Pellegrin, commette un errore quando tenta di violentare una giovane donna. Questo passo falso permette alla polizia di stringere il cerchio attorno ai rapitori.

Durante la caccia ai criminali, Betti riesce a catturare alcuni membri della banda attraverso una serie di inseguimenti adrenalinici nelle strade di Milano. Tuttavia, il commissario sospetta che dietro al rapimento ci sia Jean Albertelli, un oscuro uomo d’affari milanese coinvolto nel traffico di droga. L’indagine si sposta a Genova, dove Betti cade in una trappola orchestrata da Albertelli e viene incarcerato. Nonostante le difficoltà, il commissario non si arrende e riesce infine a catturare il boss, che tenta la fuga ma viene ucciso da altri criminali.

Il film si distingue per le sue scene d’azione mozzafiato, caratterizzate da inseguimenti e scontri violenti, che mantengono alta la tensione per tutta la durata. La regia di Girolami sfrutta al meglio le ambientazioni urbane di Milano e Genova, conferendo alla pellicola un tono realistico e crudo, tipico del genere “poliziottesco”. La colonna sonora di Franco Micalizzi, con le sue melodie intense, sottolinea i momenti più adrenalinici del film.

Italia a mano armata rientra nel filone dei polizieschi italiani degli anni ’70, caratterizzati da tematiche legate alla criminalità organizzata e alla giustizia sommaria. Il personaggio del commissario Betti, inflessibile e determinato, incarna l’eroe solitario che lotta contro un sistema corrotto.

Il commissario Betti, protagonista della trilogia cinematografica interpretata da Maurizio Merli, affronta la criminalità del cosiddetto Triangolo Industriale. In questo terzo episodio, Betti risulta leggermente meno rigido rispetto al passato: pur mantenendo il suo carattere deciso, cede a compromessi per salvare ostaggi e, inaspettatamente, finisce anche in prigione. La trama ruota attorno a una banda di rapinatori e al rapimento di un gruppo di bambini su uno scuolabus, che Betti cerca di risolvere con determinazione, pur affrontando alcune conseguenze negative.

Le recensioni del film sono contrastanti: alcuni apprezzano l’interpretazione di Merli, sottolineando la sua energia, mentre altri lo trovano monotono, salvato solo dal doppiaggio di Pino Locchi e dall’interpretazione di John Saxon, che dà spessore al suo personaggio mafioso.

Il film, terzo della trilogia poliziottesca di Girolami, viene generalmente valutato positivamente per il suo ritmo elevato e l’azione coinvolgente, anche se non manca di difetti. Tra questi, spicca un “deus ex machina” che permette l’identificazione dei rapitori in modo poco credibile. Nonostante la trama intrecci più vicende per raggiungere la lunghezza desiderata, il risultato è comunque considerato piacevole per gli appassionati del genere.

Le recensioni evidenziano come l’interpretazione di Maurizio Merli nel ruolo del commissario Betti resti solida, pur con un personaggio leggermente meno inflessibile rispetto ai film precedenti. La violenza e l’azione sono elementi dominanti, con momenti memorabili come il rapimento di una scolaresca e inseguimenti tra diverse città, tra cui Torino, Milano e Genova. Le musiche di Franco Micalizzi e l’interpretazione di John Saxon nel ruolo del malavitoso sono particolarmente apprezzate.

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