Tomb Raider, recensione del film in onda stasera in tv

Tomb Raider offre una nuova prospettiva sul celebre personaggio, cercando di rinnovare l'immagine di Lara Croft per adattarla ai tempi moderni.

Nel film “Tomb Raider” del 2018, la figura di Lara Croft viene riproposta in una nuova versione, più giovane e meno caricaturale rispetto alle precedenti incarnazioni. Interpretata da Alicia Vikander, una 21enne Lara è rappresentata come una giovane donna indipendente, ma ancora incerta sul proprio futuro. Figlia di un eccentrico archeologo scomparso, Lara non ha ancora chiaro il proprio percorso di vita e si guadagna da vivere facendo consegne in bicicletta per le strade di Londra. Vive in un appartamento condiviso con l’amica Sophie e si confronta con le difficoltà quotidiane, mentre lotta con il dolore per la scomparsa del padre. In onda il 6 settembre in prima serata su Rai 4, dalle ore 21:20. Consulta la guida tv completa del giorno.

Lara Croft in “Tomb Raider” (2018): Un Nuovo Inizio per l’Eroina dei Videogiochi

La Missione e la Nuova Avventura

Motivata dalla convinzione che suo padre sia ancora vivo, Lara intraprende un lungo viaggio per mare verso un’isola misteriosa al largo del Giappone. La sua ricerca la conduce alla scoperta di una tomba leggendaria, ultima destinazione nota di suo padre prima della sua misteriosa scomparsa. Accompagnata dal capitano Lu Ren, interpretato da Daniel Wu, Lara esplora un sinistro villaggio e affronta miti e leggende locali. La giovane donna, con il suo abbigliamento pratico e capelli legati, deve superare numerose prove per riuscire a scoprire la verità e ottenere il riconoscimento di Tomb Raider.

Il Terzo Lungometraggio e il Rinnovamento del Personaggio

Questo “Tomb Raider” rappresenta il terzo lungometraggio dedicato a Lara Croft, dopo i film del 2001 e 2003 con Angelina Jolie. I precedenti film non avevano riscosso un grande successo, con incassi modesti rispetto ai costi di produzione. Il periodo di stagnazione nei videogiochi, con titoli come “Tomb Raider: The Angel of Darkness” che non furono ben accolti, aveva portato a una pausa nella produzione di adattamenti cinematografici. La nuova Lara Croft di Alicia Vikander segna un rinnovamento significativo, allineandosi con la nuova gestione del marchio da parte di Square Enix e il reboot videoludico del 2013, che presentava una Lara più giovane e realistica.

Il film, diretto da Roar Uthaug, ha ricevuto critiche miste. Alicia Vikander è stata apprezzata per la sua performance, che ha portato una nuova energia al personaggio di Lara Croft. Tuttavia, la sceneggiatura è stata giudicata prevedibile e poco originale, con alcune sequenze d’azione ben realizzate ma altre piuttosto convenzionali. La regia ha faticato a gestire le scene dinamiche e l’atmosfera di avventura è stata paragonata a quella di un parco divertimenti. Il film si rivolge principalmente a un pubblico adolescente, con dialoghi semplici e una rappresentazione della protagonista che riflette il neofemminismo hollywoodiano, presentando una Lara Croft meno sensuale e più centrata sulla forza e indipendenza.

Nonostante alcune critiche, il film rappresenta un tentativo interessante di reintegrare il personaggio nel panorama cinematografico con una storia che punta a esplorare le radici e l’evoluzione dell’eroina.

Il film, basato sul celebre gioco Eidos degli anni ’90, appare come una versione al femminile di Indiana Jones mescolato a 007 di serie B. Diretto da Simon West, noto per il suo background nei videoclip, il risultato è inferiore alle aspettative e delude i fan della versione digitale del personaggio.

La pellicola, caratterizzata da effetti digitali costosi e invasivi, si rivolge principalmente a un pubblico giovane o a coloro che desiderano rivivere nostalgicamente gli anni ’90. La trama, che ruota attorno a un triangolo magico con poteri smisurati e un raro allineamento astrale, è priva di sostanza e risulta eccessivamente megalomane. L’azione, pur essendo vorticosa e ricca di cambiamenti di ambientazione, manca di idee originali e di una storia coerente.

Il film, non riuscendo a distaccarsi dal videogame, fallisce nel catturare l’essenza esplorativa del materiale originale. Sebbene possa piacere a qualcuno, l’adattamento è considerato mediocre e lascia un senso di rimpianto per le potenzialità non sfruttate.