Il Divin Codino, film in prima serata che racconta la storia di Roberto Baggio

Il Divin Codino, film diretto da Letizia Lamartire, narra la vita di Roberto Baggio (interpretato da Andrea Arcangeli), uno dei più celebri calciatori italiani degli anni Ottanta e Novanta. La pellicola esplora oltre vent’anni della carriera di Baggio, coprendo sia le difficoltà iniziali che i momenti cruciali della sua carriera, tra cui i conflitti con vari allenatori come Eriksson, Sacchi, Trapattoni, Capello e Lippi. Nonostante questi contrasti, Baggio, soprannominato il “Divin Codino” per la sua caratteristica capigliatura, ha sempre dimostrato il suo valore sia dentro che fuori dal campo, indossando le maglie di squadre come Fiorentina, Juventus, Milan, Inter, Bologna e Brescia. Il film si concentra particolarmente sui suoi tre Mondiali (Italia 1990, Stati Uniti 1994 e Francia 1998), con un focus particolare sulla delusione della finale del 1994, dove Baggio sbagliò l’ultimo rigore, portando l’Italia al secondo posto e causando la sua famosa reazione di pianto. In onda in prima serata il 5 settembre 2024 su Cine34, alle ore 21:01. Consulta la guida tv della serata.

Recensione di Il Divin Codino

Scelte Narrative e Tematiche

Il film si concentra in modo particolare sul Mondiale del 1994 e sull’errore di Baggio nella finale, costruendo la narrazione attorno a questo momento cruciale. Questa scelta narrativa implica delle omissioni significative, come l’assenza di riferimenti ai passaggi di Baggio alla Juventus e all’Inter, che erano eventi di grande rilevanza per i tifosi e per il calcio italiano. La storia esplora anche il rapporto complesso tra Baggio e suo padre, interpretato da Andrea Pennacchi, un padre severo e distante che gioca un ruolo importante nella vita e nella carriera del calciatore. Il film enfatizza il desiderio di Baggio di ottenere l’approvazione paterna e come questo influenzi le sue scelte e la sua carriera.

La pellicola rivisita i conflitti con allenatori come Sacchi e Trapattoni, ma tende a mostrare questi rapporti come difficili e basati su incomprensioni piuttosto che su una vera cooperazione. Baggio è descritto come un artista guidato dall’istinto, lontano dagli schemi e dalle regole, e questo è ciò che lo rende unico tra i calciatori. Forse, è da dire che il film non riesce a catturare pienamente la complessità e l’unicità del personaggio di Baggio, limitandosi a una rappresentazione piuttosto convenzionale e televisiva.

Aspetti Tecnici e Finalità del Film

Il film presenta alcuni elementi che risultano forzati, come gli accenti e le caratterizzazioni locali, che appaiono più come tentativi di mimesi della realtà che come elementi naturali della narrazione. Questa scelta può risultare utile per chi non è familiare con la storia di Baggio, ma per gli spettatori più informati può sembrare una semplificazione eccessiva. Inoltre, la colonna sonora internazionale, che include brani degli Oasis e degli Smashing Pumpkins, non sempre si integra bene con la trama.

Nel complesso, Il Divin Codino si presenta come un prodotto televisivo pensato per un pubblico generalista e per una prima serata sulla TV nazionale. Sebbene svolga il suo compito in modo dignitoso, il film non riesce a elevare l’unicità del personaggio di Roberto Baggio a un livello che avrebbe meritato, risultando così un’opera più convenzionale che innovativa.

La recensione del film biografico sulla carriera calcistica del grande Roberto Baggio

Il Divin Codino sorprende il pubblico proprio come Roberto Baggio, noto per il suo talento calcistico che ha conquistato l’Italia. Il film, diretto da Letizia Lamartire e prodotto da Fabula Pictures in collaborazione con Mediaset e Netflix, non si limita a raccontare la carriera di Baggio, ma cerca di catturare l’emozione e l’ispirazione che il calciatore ha trasmesso con il suo gioco. La trama si concentra su come Baggio, a partire dai suoi inizi con il Vicenza e successivamente con la Fiorentina, abbia affrontato difficoltà e infortuni con determinazione e sacrificio.

Il film inizia nel 1984, anno in cui Baggio, nonostante un grave infortunio, si unisce alla Fiorentina. La pellicola esplora il suo percorso, evidenziando come Firenze lo aiuti a riprendersi, sia professionalmente che personalmente. Un incontro casuale con un aspirante batterista e la scoperta del buddismo influenzano profondamente la sua vita, insegnandogli a perseverare nonostante gli ostacoli.

Il Divin Codino non segue tutte le tappe della carriera di Baggio in dettaglio, ma si concentra sul suo sogno di diventare un grande calciatore, evidenziando la sua crescita, resilienza e la sua capacità di affrontare le sconfitte. La sceneggiatura, scritta da Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo, è una riflessione sentita sulla vita del calciatore, e il film si avvale di una regia essenziale che utilizza materiali d’archivio per aggiungere autenticità.

Letizia Lamartire guida il film con un approccio documentaristico, ma riesce a fermare l’emozione e a trasmettere il lato umano e genuino di Baggio. La performance di Andrea Arcangeli, nel ruolo di Baggio, è particolarmente credibile e contribuisce a rendere la storia coinvolgente. Nonostante alcune critiche riguardanti l’assenza di dettagli specifici sulla carriera di Baggio, il film riesce a catturare l’essenza del personaggio e a trasmettere un messaggio di speranza e perseveranza. In definitiva, Il Divin Codino è un biopic che emoziona e fa riflettere, permettendo a tutti di sentirsi un po’ come Roberto Baggio, un uomo che ha dimostrato come si diventa dei miti.