Flaminia, trama e recensione del film in prima serata su Sky Cinema con Michela Giraud

Flaminia

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Per questo suo esordio dietro la macchina da presa, Giraud ha dovuto smussare i toni tipici della stand-up comedy, adattando il suo linguaggio tagliente per sviluppare una narrazione più articolata e profonda.

Michela Giraud fa il suo esordio alla regia con Flaminia, un film che riflette una storia personale dal tono delicato e toccante. La protagonista, Flaminia De Angelis, fa parte di una famiglia di nuovi ricchi di Roma Nord e sogna di essere accettata nell’elitè delle ragazze “perfette”: magre, impeccabili e senza imperfezioni. Flaminia lavora come ricercatrice in diritto civile, ha tre amiche ossessionate dalla cura estetica e un fidanzato che sta per sposare più per interesse che per amore, anche se lei non ne è ancora consapevole. Un tempo suonava il basso in una band chiamata “Le cicatrici”, ma oggi è completamente assorbita dal tentativo di conformarsi agli standard della sua famiglia. In onda in prima serata su Sky Cinema 1 il 7 settembre alle ore 21:15. Consulta la guida completa di stasera in tv.

Il risultato è un film che, seppur imperfetto, lascia intravedere una regista capace di raccontare con autenticità una parte molto intima di sé, senza rifugiarsi solo nella comicità a cui il pubblico è abituato

Il risultato è un film che, seppur imperfetto, lascia intravedere una regista capace di raccontare con autenticità una parte molto intima di sé, senza rifugiarsi solo nella comicità a cui il pubblico è abituato

Trama e narrazione del film

La trama è interessante e merita di essere raccontata, ma il cambio repentino di tono verso il drammatico risulta poco armonioso. Senza conoscere l’elemento autobiografico, risulterebbe difficile credere alla trasformazione della protagonista.

Il film prende il nome dalla protagonista e inizia con la voce narrante della stessa Giraud, che ironizza su aver realizzato un altro film su Roma Nord, area recentemente tornata in auge nel cinema italiano. Tuttavia, la Giraud critica con ironia le ragazze dei quartieri più benestanti, come Vigna Clara e Parioli, includendo sia i nuovi ricchi che l’alta borghesia romana. Un esempio di questi ultimi è la madre di Flaminia, interpretata in modo eccentrico da Lucrezia Lante della Rovere, controbilanciata dal personaggio del padre, interpretato da Antonello Fassari, un uomo semplice e dal cuore d’oro.

Riguardo all’ambientazione, viene evidenziata la trasformazione di questi quartieri, dove il bon ton si mescola con elementi più “popolari”. Tuttavia, le amiche di Flaminia appaiono stereotipate e poco credibili, rappresentate in modo troppo perfido e superficiale, come le sorellastre di Cenerentola. Questo aspetto, pur giustificato dall’intenzione di creare una favola, risente della mancanza di tridimensionalità dei personaggi secondari. Infine, il fidanzato di Flaminia, Alberto, sorprende positivamente per la sua autenticità e complessità, grazie all’interpretazione sensibile di Edoardo Purgatori.

La narrazione prende una svolta quando, a poche settimane dal matrimonio perfetto tanto desiderato da Flaminia e sua madre, fa il suo ingresso Ludovica, la sorellastra. Questa giovane donna, figlia del primo matrimonio del padre di Flaminia, viene cacciata dalla comunità terapeutica in cui viveva per aver incendiato il proprio letto. Ludovica, con la sua personalità complessa e imprevedibile, si trasforma rapidamente in una minaccia per il matrimonio di Flaminia, spingendola a cercare di farla tornare nella comunità terapeutica.

Giraud, che interpreta Flaminia, utilizza il film per esplorare temi legati alla fisicità e al confronto tra due donne apparentemente opposte. Ludovica, infatti, è più corpulenta di Flaminia, rappresentando un costante monito per quest’ultima, sempre sotto pressione a causa della madre, che la obbliga a mantenere una dieta rigida. Il film affronta con ironia e profondità il timore di Flaminia di “diventare come Ludovica” e perdere così l’accesso al mondo ideale che desidera. Il parallelo con il film La pecora nera di Ascanio Celestini è evidente: Ludovica incarna per Flaminia le sue paure più profonde, proprio come il personaggio di Giorgio Tirabassi nel film di Celestini.

Oltre alla performance della stessa Giraud, che riesce a mostrare nuove sfumature del suo talento, spicca la prova attoriale di Rita Abela nel ruolo di Ludovica. Abela, già nota per il film Il mio corpo vi seppellirà, offre un’interpretazione capace di grande trasformazione e versatilità, evocando richiami alla comicità di Alex Borstein, celebre per il suo ruolo in La fantastica signora Maisel.

Il tema del body shaming

Un tema centrale del film è il body shaming, che si intreccia con la riflessione sulla disabilità, ma il film commette quello che si potrebbe definire un errore “da esordiente”: estremizza alcuni personaggi, come la madre di Flaminia (interpretata da Lucrezia Lante della Rovere) e le sue amiche superficiali, forse per assecondare una certa comicità già nota nel repertorio di Giraud come stand-up comedian. Tuttavia, le scene più commoventi e autentiche emergono proprio quando il film abbandona l’eccessiva caricatura e lascia spazio alla tenerezza e alla vulnerabilità di Flaminia.

Flaminia è una giovane donna di Roma Nord, perfettamente aderente agli standard del suo mondo: ossessionata dalla forma fisica, sempre sorridente e benestante. Sta per sposare Alberto, un uomo affascinante e apparentemente perfetto, figlio di un diplomatico influente, che permetterà alla famiglia De Angelis di scalare ulteriormente la scala sociale. Tuttavia, l’arrivo improvviso della sorellastra Ludovica, una trentenne nello spettro autistico, stravolge l’apparente armonia della vita di Flaminia, mettendo in discussione tutte le certezze della giovane donna e svelando le ipocrisie di una vita costruita su fragili apparenze.

Il film di Giraud tocca con delicatezza il concetto di normalità e diversità, esplorando il confronto tra ciò che è considerato “normale” e ciò che si discosta dalle aspettative sociali. La storia di Flaminia ci mostra che, osservando da vicino, nessuno è davvero normale, e che le differenze possono mettere in luce verità spesso ignorate.

Per molti, Michela Giraud è nota per il suo iconico “Mignottone pazzo“, un tormentone nato durante la sua partecipazione a LOL – chi ride è fuori, ma chi la segue da più tempo nei suoi spettacoli di stand-up comedy conosce già il suo modo di affrontare temi personali. Flaminia, che la vede impegnata non solo come protagonista, ma anche come regista e sceneggiatrice, trae ispirazione dalla sua stessa vita.

Dettagli

  • Emittente: Sky Cinema 1
  • Regia: Michela Giraud
  • Cast: Michela Giraud, Rita Abela, Antonello Fassari, Nina Soldano, Edoardo Purgatori
  • Aggiornato il: 7 Settembre 18:55