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Carosello Carosone, il film su Rai1 in prima serata il 26 maggio 2024

Carosello Carosone

Carosello Carosone

Rai 1

La Vita di Renato Carosone: Un'Icona della Musica Italiana in un film omaggio che Canale 5 presenta in prima serata domenica 26 maggio 2024.

Il 26 maggio 2024 su Rai 1 va in onda “Carosello Carosone“, un film che racconta la storia vera di Renato Carosone, il musicista italiano più famoso al mondo. Il film, che celebra la figura umana e artistica di Carosone, ripercorre la sua vita e la sua ascesa nel panorama musicale internazionale. Vediamo insieme i momenti salienti della sua carriera.

Carosello Carosone in onda su Rai 1 il 26 maggio 2024, in prima serata

Carosello Carosone in onda su Rai 1 il 26 maggio 2024, in prima serata

Gli Inizi e i Successi di Renato Carosone nel film con Eduardo Scarpetta

Nato a Napoli il 3 gennaio 1920 con il nome di Renato Carusone, Carosone è stato un cantautore, pianista, direttore d’orchestra e compositore. Formatosi come pianista classico e jazzista, divenne uno dei principali esponenti della canzone napoletana e della musica leggera italiana dal dopoguerra fino alla fine degli anni ’90. Tra i suoi brani più celebri ricordiamo “Torero”, “Caravan petrol”, “Tu vuò fà l’americano”, “‘O sarracino”, “Maruzzella” e “Pigliate ‘na pastiglia”. Carosone, insieme a Domenico Modugno, è stato uno dei pochi cantanti italiani a vendere dischi negli Stati Uniti senza doverli registrare in inglese.

Renato Carosone ha compiuto un lungo e complesso percorso prima di arrivare in America. Diplomatosi in pianoforte al Conservatorio di San Pietro a Majella a Napoli, Carosone si trasferisce in Africa Orientale Italiana, dove viene scritturato come pianista e direttore d’orchestra dalla compagnia di arte varia diretta da Aldo Russo. Tuttavia, i risultati sperati non arrivano e, nonostante il fallimento della collaborazione, Renato decide di rimanere in quel continente affascinante e misterioso. Ad Asmara, incontra Lita, una ballerina di origine veneziana, con la quale si innamora e si sposa, accogliendo il figlio della moglie, Pino, come se fosse suo.

Dopo la guerra, Carosone rientra in Italia e inizia a suonare allo Shaker Club di Napoli. Qui forma il “Trio Carosone” con il chitarrista olandese Peter Van Wood e il batterista-fantasista napoletano Gegè Di Giacomo. Il trio ottiene immediatamente un grande successo, riproponendo brani celebri in versioni sonore inedite e conquistando il pubblico con esibizioni originali e carismatiche. Dall’incontro con il paroliere Nisa nascono brani originali e intramontabili come “Tu vuò fà l’americano”, “Torero”, “Pigliate ’na pastiglia”, “Caravan Petrol” e “O’ sarracino”. Seguono tournée, partecipazioni radiofoniche e televisive, e prime pagine di riviste a lui dedicate. Il desiderio di stare accanto alla sua famiglia e le riflessioni sulla sua arte portano Renato, all’apice della notorietà, ad abbandonare le scene, lasciando un segno indelebile nella musica e nell’animo delle persone.

Maruzzella e Altri Capolavori

Il primo grande successo commerciale di Carosone fu “Maruzzella“, composta nel dopoguerra su testo di Enzo Bonagura. In seguito, Carosone rielaborò molti successi della musica napoletana, adattandoli al suo stile unico. Tra questi, spiccano “Malafemmena” di Totò, “Scapricciatiello” lanciata da Aurelio Fierro, e “Anema e core”, presentata con la sua voce nel 1955 a Napoli per soddisfare la richiesta di un cliente.

Renato Carosone morì nel sonno il 20 maggio 2001 nella sua casa di Roma, dopo aver vissuto per un periodo sul lago di Bracciano. La notizia fu annunciata da Maurizio Costanzo durante il programma “Buona Domenica”. Ai suoi funerali, celebrati due giorni dopo nella Chiesa degli Artisti in piazza del Popolo, parteciparono circa cinquemila persone, tra cui molti vip come Renzo Arbore, Luciano De Crescenzo e Marisa Laurito. Carosone fu poi cremato e sepolto nel cimitero di Trevignano Romano. Il batterista Gegè Di Giacomo, storico collaboratore di Carosone, non poté partecipare ai funerali per motivi di salute e morì il 1 aprile 2005. Due mesi dopo la morte di Carosone, il 6 luglio 2001, fu organizzato un primo memorial in suo onore allo Stadio San Paolo, che dal 2002 divenne il Premio Carosone.

Un Biopic di Nostalgia e Amore

“Carosello Carosone” è un biopic tradizionale, intriso di nostalgia e affetto per un artista poliedrico e un uomo di grande dolcezza. Il film segue la carriera di Carosone, dai primi anni al conservatorio fino al ritiro dalle scene, attraversando diversi paesi e continenti e mettendo in risalto i suoi rapporti personali e professionali. Le interpretazioni di Eduardo Scarpetta e Vincenzo Nemolato nei ruoli di Carosone e Gegè Di Giacomo sono particolarmente lodate per la loro autenticità e profondità.

Carosone è stato un innovatore che ha saputo contaminare le sue composizioni con ritmi africani e sonorità statunitensi. La sua musica, caratterizzata da un’ironia irresistibile e da una visione artistica avanti per i tempi, ha lasciato un segno indelebile nel panorama musicale mondiale. Nonostante qualche libertà nella ricostruzione storica, il film mette in risalto la genialità e la creatività di Carosone, celebrando la sua capacità di reinventarsi e di sperimentare.

Il film non è solo un tributo a un grande musicista, ma anche un richiamo alle radici e ai valori che hanno caratterizzato una carriera basata su talento e passione. Il film, girato durante la pandemia, sottolinea l’importanza della solarità e della serenità, offrendo un messaggio di speranza e di ritorno a una dimensione più umana e autentica.

Alcune curiosità sulla produzione del film

Renato Carosone è descritto come geniale, rivoluzionario, antidivo, sofisticato ma popolare e profondamente italiano. Il modo per raccontarne la vita in un film è mettere al centro il suo rapporto ossessivo e vitale con la musica. In due decenni, dal 1937, anno in cui si diploma al conservatorio di Napoli, fino alla fine degli anni Cinquanta, quando si ritira dalle scene al culmine del successo, Carosone vive avventure, guerre e diverse esperienze in vari continenti. Queste esperienze lo portano alla creazione di uno stile musicale innovativo, influenzato dalle suggestioni africane, dallo swing americano e dalle radici napoletane.

La musica, la leggerezza e l’ironia del protagonista diventano la colonna sonora di un Paese che rinasce dalle ceneri della guerra. Il regista ha percepito una connessione tra il drammatico periodo della pandemia e gli anni dolorosi della storia di Carosone, vedendo nella sua narrazione una sfida per proporre un’idea di rinascita basata sull’arte, il talento e le radici.

La messa in scena della storia ha cercato di riflettere l’eclettismo e la dedizione di Carosone, restituendo l’umanità e lo stupore di un giovane alla scoperta della vita. Il mondo visivo è stato immaginato rigoroso ma anche lievemente onirico, con accurati effetti digitali e reinterpretazioni delle esibizioni musicali e teatrali di Carosone, principali veicoli del suo successo. Gli attori Eduardo Scarpetta e Vincenzo Nemolato sono stati scelti per interpretare Renato e Gegè dopo essere stati i primi (e unici) provinati, mostrando subito il talento e il legame con la tradizione napoletana. Ludovica Martino, giunta per ultima, ha dato profondità sorprendente al suo personaggio. Il lavoro sulla musica alla base del film è stato fondamentale. Stefano Bollani ha aderito con entusiasmo, incidendo molte canzoni del repertorio di Carosone e creando una colonna sonora ispirata, che accompagna il film con un immaginario condiviso con entusiasmo.

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Dettagli

  • Emittente: Rai 1
  • Regia: Lucio Pellegrini
  • Cast: Eduardo Scarpetta, Nicolo Pasetti, Vincenzo Nemolato, Enzo Casertano
  • Aggiornato il: 25 Maggio 09:04